Alexander Darracq, un nome raramente ricordato al giorno d’oggi, è stato una figura fondamentale nel mondo dell’automobile. Questo autentico “francese di Bordeaux” pose le basi per quello che sarebbe diventato il famoso marchio automobilistico Alfa Romeo.
L’iscrizione sulla tavoletta di bronzo recita: “Guarda San Cristoforo e vai per la tua strada in pace”.
A giudicare dalla targa, l’auto è stata per qualche tempo in Portogallo e apparteneva a un membro di un club locale di auto d’epoca.
Iniziò non con le automobili, ma con le biciclette a Suresnes, una città vicina a Parigi, lontana dalle sue origini bordolesi. Le sue biciclette, di marca Gladiator, godevano di una rispettabile reputazione tra i ciclisti dell’epoca. Alla fine, Monsieur Darracq vendette la sua impresa di biciclette a Gustave-Adolphe Clément, un altro produttore di biciclette, e si tuffò a capofitto nella nascente industria automobilistica nel 1896. A quel tempo, tutti, dagli appassionati di motori ai calderai e agli armaioli, erano attratti da questo settore in rapida espansione.
La lussuosa scultura sul tappo del radiatore non è il logo dell’azienda Darracq, ma la cosiddetta mascotte, cioè un talismano; veniva scelta individualmente dal proprietario dell’auto in base ai suoi gusti e veniva pagata separatamente.
L’incursione iniziale di Darracq nei veicoli elettrici si spostò presto verso i motori a combustione interna, adottando un motore monocilindrico di Leon Bollee. Anche se questo primo esperimento non andò oltre il prototipo, Darracq collaborò presto con il talentuoso ingegnere Paul Ribeyrolles, che realizzò il primo motore di vero successo dell’azienda.
L’auto ha una sola porta, sul lato opposto al sedile del conducente.
Il telaio in legno del parabrezza poteva, se lo si desiderava, essere ripiegato in avanti e bloccato in posizione abbassata.
Ribeyrolles si dimostrò una risorsa, sviluppando nel 1905 un motore a otto cilindri a V e valvole in testa con una cilindrata impressionante di 22,4 litri. Questo motore spingeva un’auto Darracq a stabilire un record mondiale di velocità di quasi 174 km/h. Poco dopo, veicoli monocilindrici meno complessi progettati da Ribeyrolles furono prodotti su licenza dalla Opel di Rüsselsheim a partire dal 1903. Nel 1904, la produzione di Darracq costituiva circa il dieci per cento della produzione automobilistica totale della Francia. Le espansioni successive inclusero filiali in Gran Bretagna e in Italia; quest’ultima divenne sempre più autonoma e alla fine si trasformò nel marchio oggi noto come Alfa Romeo.
La filiale italiana, situata nel sobborgo milanese del Portello, operava come stabilimento di assemblaggio, rifornendosi di tutti i componenti da Suresnes. Si trattava di modeste vetture a due cilindri con motori da 8-10 cavalli. Nel 1910, Darracq era uno dei principali attori del mercato francese, pronto a emulare il successo di Henry Ford con modelli economici e prodotti in serie. Inoltre, Darracq si avventurò nell’aviazione, fornendo aerei a noti aviatori come Louis Blériot e Alberto Santos-Dumont.
Tuttavia, la ricerca dell’innovazione di Darracq portò a un costoso passo falso nel 1911, quando adottò un sistema di valvole rotanti “silenziose” brevettato dall’inventore svizzero Charles-Edouard Henriod. Il sistema si rivelò problematico e portò a un rapido ritorno a meccanismi di valvole più tradizionali, spingendo Darracq a lasciare l’azienda che aveva fondato.
Sul lato sinistro si trovano un generatore di carburo e una custodia in pelle per cappelli da donna, un accessorio piuttosto popolare per l’epoca.
L’eredità di Darracq, tuttavia, si estende oltre la sua partenza. Owen Clegg, un designer automobilistico inglese, prese il comando e guidò l’azienda verso la produzione di massa. Dopo la Prima Guerra Mondiale, Darracq si fuse con la londinese Clement-Talbot e successivamente con Sunbeam, formando il conglomerato STD, che operò fino alla metà degli anni Trenta.
Il motore a quattro cilindri in linea a valvole inferiori sviluppava 10 CV.
Darracq stesso, mai veramente appassionato di automobili – non imparò mai a guidare e preferì non viaggiare in auto – si concentrò sull’ospitalità, acquistando il prestigioso hotel Negresco di Nizza. Morì nel 1931 a Monte Carlo e fu sepolto nel cimitero Père Lachaise di Parigi. Anche dopo la sua morte, le auto con il nome Darracq continuarono a essere prodotte, segnando l’eredità duratura di un uomo che, pur non essendo un appassionato di auto, ha plasmato in modo significativo il panorama automobilistico.
Foto: Sean Dugan, Hyman Ltd
Questa è una traduzione. Potete leggere l’articolo originale qui: Позабытый: Darracq Tipo 11 1910 года в рассказе Андрея Хрисанфова
Pubblicata August 15, 2024 • 8m to read